Pala d'Altare con la Madonna

Pulitura della tela, restauro pittorico delle stuccature e delle abrasioni e ripristino del telaio originale e delle cornici a foglia d'oro.

Dove si trova: https://www.openstreetmap.org/way/36684617

Luogo
Stato lavoro
Conclusi
Certificazione
Tipologia
Anno
2021

Opera del XVIII secolo, santuario di Santa Maria Assunta di Muggia Vecchia

L'intervento di restauro si è svolto nei mesi di giugno e luglio del 2017 per incarico della Parrocchia di Santa Maria Assunta e della Curia vescovile di Trieste.

Il Cristo ligneo era collocato nell'abside laterale destra del santuario, su una croce non originale con una finitura liscia e una colorazione che non risultava pertinente con il manufatto. Nel corso dell'intervneto si è valutata l'opportunità di sostituire la croce con una più adatta stilisticamente. Si è presa infine la risoluzione, suggerita della dottoressa Gioachin Cristina, Funzionario Restauratore della Soprintendenza, di riadattare la croce esistente attenuandone le spigolosità, troppo rigide, e dando una colorazione meno piatta e più "neutra":

Il corpo del Cristo ligneo misura 660 mm in altezza e 580 mm di apertura delle braccia, mentre la croce ha una lunghezza di 1.1280 mm e una larghezza di 97 mm. Le braccia risultano scolpite su due pezzi di legno separati dal busto. la scultura ha un rivestimento policromo su preparazione in gesso e colla che in fase di pulitura si è rivelata lacunosa in molti punti.

Il manufatto è stato sottoposto ad un intervento preventivo di disinfestazione da insetti xilofagi effettuato con preparato a base di Permetrina. La fase di pulitura è consistita in prevalenza nell'asportaizone di un deposito di polvere e sporco penetrato in profondità negli strati originali. Alla pulitura è seguito quindi il consolidamento della pellicola pittorica mediante mircoiniezioni di resina acrilica e tergo dei sollevamenti. Le lacune e le crepe sono state stuccate a livello con gesso e colla animale lavorando lo stucco ad imitaione della superficie dipinta. Il restauro pittorico è stato effettuato in più passaggi; una prima fase con colori ad aquerello per abbasare la disomoigenità cromatiche, per poi tonalizzare le lacune e le abrasioni con colori a vernice. Infine su tutta la superficie si è steso un film finale protettivo di vernice Retoucher

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Luogo
Stato lavoro
Conclusi
Tipologia
Anno
2017

Opera del 1700, santuario di Santa Maria Assunta di Muggia Vecchia

L'intervento di restauro si è svolto dal mese di dicembre 2016 ad aprile del 2017 per incarico della Parrocchia di Santa Maria Assunta, e della Curia vescovile di Trieste. La figura della Madonna risulta ricavata da un unico tronco di Cirmolo. Si ritiene verosimile far risalire l'opera alla fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX.

Il restauro pittorico si è rivelato molto lungo e complesso dal momento che si voleva restituire alla devozione dei fedeli un'immagine della Madonna e del Bambino integra e leggibile. L'opera si presentava coperta da spesse ridipinture che si erano stratificate creando delle crettature e dei sollevamenti che avevano causato la caduta degli strati originali. Su tutta l'opera erano visibili i segni di attacchi di insetti xilofagi che riultavano ancora in atto, pertanto l'intervento ha visto come prima fase il trattamento antitarlo del supporto ligneo con preparato a base di permetrina.

La scultura non presentava particolari crepe o fessurazioni se non in corrispondenza della giunzione tra il corpo della Madonna e quello del Bambino. La rimozione degli strati non originali ha richiesto tempi piuttosto lunghi poiché si è intervenuti a tampone adattando la miscela di solventi al tipo di materiale da rimuovere e allo stato di conservazione della pellicola pittorica originale sottostante. L'asportazione ha riportato alla luce la pellicola pittorica, la doratura e l'argentatura originali, presenti anche se molto lacunose e fragili. A pulitura ultimata, si è proceduto quindi con il consolidamento degli strati originali lavorando con colletta animale molto diluita e favorendo l'adesione con l'impiego, ove neccesario, di un termocauterio.

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Luogo
Stato lavoro
Conclusi
Tipologia
Anno
2017

Affreschi dell’XI-XII secolo

Gli affreschi, che decorano tutto l'ambiente, corrono lungo due fasce parallele sulle pareti della navata centrale, si ritrovano sui pennacchi dei pilastri e sui sottarchi, mentre, nelle due navate laterali, sulla parete che le separa dalla navata centrale, si ritrovano consistenti porzioni d'affresco e significativi lacerti sulla controfacciata, in corrispondenza dell'abside laterale destra. I brani pittorici, se pure presentino evidenti differenze stilistiche, tecnicamente sono riconducibili al Basso Medioevo in linea con l'attribuzione a maestranze attive nel XIII secolo.

Infiltrazioni meteoriche e dissesti statici sono all'origine delle deformazioni e delle fessurazioni estese, in alcuni casi, fino alla struttura muraria con diffusi distacchi di affreschi e intonaci dal supporto murario, parzialmente oggetto di pregressi consoidamenti e risarcimenti in malta. I dipinti sono stati oggetto di ripetuti interventi di manutenzione; l'ultimo restauro risale al 1985.

I lavori sono stati preceduti dall'analisi chimico fisica di alcuni campione e dalla mappatura fotografica degli affreschi. Prima delle operazioni di pulitura si è effettuto il preconsolidamento della pellicola pittorica nelle zone interessate da fenomeni di decoesione e perdita di adesione. L'asportazione dei depositi superficiali di polvere è stata effettuta lavando la superfice con spugne naturali imbevute d'acqua distillata, con interposto doppio foglio di carta giapponese. Successivamente si è proceduto con una pulitura ad impacco. In presenza di concrezioni e nero fumo la superficie dipinta è stata messa a contatto con il reagente, per un tempo prolungato attestato intorno a 20 minuti, impiegando come supportante polpa di cellulosa e sepiolite con interposto foglio di carta giapponese. Le porzioni di intonaco staccate sono state fatte aderire al supporto murario, mediante la creazione di giunti di collamento in resina vinilica e l'inserimento, all'occorrenza, di perni in resina termoplastica. Effettuato il consolidamente, lacune e interruzioni di continuità sono state risarcite con un impasto di calce spenta, sabbia e carbonato di calcio riproducendo il colore e la tessitura granulometrica dell'intonachino.

Direzione tecnica: Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia

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Luogo
Stato lavoro
Conclusi
Certificazione
Anno
2017 2018